Marco Rossari, Perso l'amore (non resta che bere)
Rassegna stampa
«Perso l'amore non resta che bere. L'endecasillabo perfetto»
La storia di un ventiduenne che non è capace di lasciarsi alle spalle una relazione finita nell’indifferenza di entrambi. Con tono ironico e partecipato seguiamo la parabola del suo malessere, tra la solitudine delle amicizie e dei rapporti occasionali, l’antipatia per il buon senso e, soprattutto, la consolazione dei bar, via via fino all'inaspettata compromissione della salute, dovuta a un'enigmatica malattia cardiaca. Dalla quale né lui né noi sapremo quanto e quando sarà in grado di uscire.Un romanzo che nasconde dietro scatenati monologhi alcolici e allucinati dialoghi con l’infermiera di Qualcuno volò sul nido del cuculo, l’irriducibilità del protagonista – una sorta di giovane Holden filtrato da Bukowski – all’ordinario svolgersi delle cose. Intorno, il desolante panorama della Milano da bere (fino a stare male) e di una gioventù senza appigli ragionevoli se non quello della dissolutezza. Dall’osteria all’ospedale, Rossari delinea universi ben noti, ma con una scrittura bassa e immediata, figlia dell’autoironia più feroce, non senza lasciare intravedere squarci di un lirismo cinico e romantico allo stesso tempo.
Copertina di Gianluca Polinori.
Marco Rossari è nato a Milano nel 1973. Dopo aver conseguito una laurea in lettere con una tesi su Charles Bukowski, ha collaborato con diverse case editrici come editor e traduttore. Ha tradotto per Adelphi La cerimonia del massaggio di Alan Bennett e per Baldini&Castoldi Chet Baker. La lunga notte di un mito. Ha collaborato con il quotidiano «Il Riformista». Perso l'amore (non resta che bere) è il suo primo libro. Sempre per Fernandel nel 2007 ha pubblicato L'amore in bocca. Canzoni sconce e malinconiche.
Come inizia
Perso l’amore, non resta che bere. L’endecasillabo perfetto. Un poeta solo con un solo verso. E io di versi ne ho scritti così pochi… Però ne ho emessi a volontà! Uooh! Uooh! Uooh! Versi. Conati. Sbocchi. Rigurgiti. Spurghi. Macché, nemmeno riesco a vomitare. Le cose non vanno per il verso giusto. Per certi versi. Per un verso o per l’altro. Mi faccio il verso. Verso? Verso cosa? Io non sto andando da nessuna parte. Sono qua. Sdraiato su una dura fredda panchina dell’aeroporto di Stansted, fisso il soffitto bianco e cerco di dormire. Penso all’infanzia, alla serenità, ai bambini che riposano cullati dalla mamma e dal carillon, al silenzio, al vento, a un deltaplano, ai prati verdi, al sonno, alla domenica pomeriggio, alle camere vuote, alle città deserte, alla nevrosi per cui sei mesi fa stavo a letto fino alle sette della sera, penso a prendere il sole in riva al mare, percependo solo voci senza volto, penso al mio corpo come a quello di un animale che dorme, il calore, il respiro, la bava stanca, non ce la faccio, un gatto sul calorifero, un cane sul tappeto, un bisonte su una rupe, aiuto!, penso alle pecorelle che saltano una staccionata, poverelle, tutte rosa e bianche, penso a mia nonna in una bara, allo spazio immenso, alla fine del tempo, niente da fare, penso a dimenticare chi sono, a dormire sotto i ponti, ad avere solo il mio corpo per poi buttarlo nel buio del sogno, niente, ho il respiro affannato, io voglio dormire, lo ripeto a mente come un mantra, come una litania, iovogliodormireiovogliodormireiovogliodormire, lo zen e l’arte di dormire, il libro ideale da leggere a letto, un vero sonnifero, mi convinco di avere preso un sonnifero, ma certo, nel bagno dell’aeroporto, dieci gocce in un bicchiere, dieci gocce pulite trasparenti efficaci in un bicchiere, poco fa, e poi il bicchiere bevuto d’un fiato, le dieci gocce che fanno effetto sui miei sensi, e io che perdo le forze, la palpebra scende, la mano è debole, il pensiero vaga, si perde, già sogno, no!, niente da fare, comincio con i conti alla rovescia, ogni respiro un numero, ogni numero un gradino verso il sonno, parto da cinquanta, cinquanta, quarantanove, quarantotto, quarantasette, forse cinquanta è troppo, facciamo trenta, ecco, trenta, ventinove, ventotto, ventisette [...]
I libri di Marco Rossari pubblicati da Fernandel: