Sepp Mall, La sfida del vuoto
«Qual è il nome del paesaggio che si estende tra me e mio fratello?»
La sfida del vuoto propone per la prima volta in italiano due testi narrativi di Sepp Mall, un autore italiano di lingua tedesca che vive sulla propria pelle la condizione straniante del bilinguismo. Questo tema, già caro allo scrittore meranese Joseph Zoderer, trova nuova voce nei personaggi di Mall, uomini che sono sempre in bilico tra l’appartenenza e il rifiuto.In Fratelli l’incrocio casuale delle vicende di due coppie di fratelli mette in luce l’estraneità insita nei rapporti familiari. Nonostante lo stretto legame di sangue i protagonisti hanno di loro stessi «un’idea assolutamente sbagliata l’uno dell’altro».
In La diga un ingegnere fa ritorno ai monti della sua infanzia per verificare la staticità di una diga, ma per difendere il proprio equilibrio è costretto ad andarsene, sentendo che quel territorio, pur essendo il suo paese d’origine, in fondo non gli appartiene più. Il senso di vuoto che ne segue è una forma di doloroso straniamento dei legami inevitabili – la propria terra d’origine, i rapporti famigliari – che mette in discussione l’essenza stessa dei protagonisti.
I racconti de La sfida del vuoto sono lo specchio di una condizione irrisolta e forse irrisolvibile di chi vive a cavallo di un confine geografico e interiore.
Il senso di appartenenza al proprio territorio e la ricerca dell’identità come strumento di comprensione di sé sono argomenti che Fernandel aveva già tentato di esplorare nell’antologia Verso dove. Scritture di confine da Merano e Trieste (2003), e che ora continua ad approfondire con la traduzione e la pubblicazione di questo libro.
Traduzione di Sonia Sulzer. Copertina di Davide Corona.
Nel 1992 comincia il lungo sodalizio con l’editore austriaco Haymon, con il quale pubblica la raccolta di poesie Läufer im Park, a cui farà seguito nel 1998 la raccolta Landschaft mit Tieren – unter Sträuchern hingeduckt. Nel campo della prosa, nel 1993 pubblica Verwachsene Wege (qui riproposto con il titolo La diga). Del 1996 è il romanzo breve Brüder (qui riproposto con il titolo Fratelli). Mall scrive inoltre drammi radiofonici (Nacht in Innsbruck - Nacht in Izmir, Inferno solitario e Silence please) trasmessi in Austria dall’emittente radiofonica di Stato e poi raccolti nel volume Inferno solitario. Drei Hörstücke und ein Theatertext (Skarabeus), che comprende anche il testo della pièce teatrale rappresentata a Merano nel 2001, Mannsteufel.
Sepp Mall vive a Merano, dove insegna materie letterarie in una scuola media inferiore. È tra i fondatori dell’associazione culturale "Süditiroler Autorenvereinigung".
Rassegna stampa
Nell'ormai lontano 1952, usciva per la francese Gallimard un breve testo fatto di fulminanti frammenti, i «Syllogismes de l'amertume», scritto dall'apolide per eccellenza, Emile Michel Cioran, ed edito in Italia da Adelphi per la prima volta solo nel 1993. Un testo sul vuoto che di vuoto si nutre, in cui si possono trovare piccoli e scintillanti passaggi, carichi di lucidità estrema come si può evincere anche da sole poche righe. «Nella prostrazione, scivoliamo al punto più basso dell'animo e dello spazio, agli antipodi dell'estasi, alle sorgenti del Vuoto». Il vuoto sarebbe allora una sorta di condizione estraniante. Una condizione in cui il Sudtirolo, si trova, spesso inconsapevole. Ci si trova in qualità di luogo lontano, estraneo, esterno alla realtà del mondo. Luogo fatto di identità confuse, in cerca di tradizioni, lingue e tranquillità a cui appigliarsi e dal cui sforzo ormai da molto tempo non può che nascere prostrazione. L'Alto Adige insomma si trova,«felicemente», alle sorgenti stesse del Vuoto. Potremmo intendere e comprendere allora attraverso questa chiave di lettura, assolutamente parziale e contestabile, il titolo scelto, dalla casa editrice ravennate Fernandel (http://www.fernandel.it), sotto il quale raccogliere due racconti lunghi di Sepp Mall: «La sfida del vuoto». Un volume che presenta due dei testi che in Austria hanno reso celebre lo scrittore altoatesino. Autore di poesie, romanzi brevi e drammi radiofonici. Dopo il lungo sodalizio con l'editore austriaco Haymon, Sepp Mall è finalmente edito anche in Italia (tradotto da Sonia Sulzer e con la copertina del pittore Davide Corona) con il suo scrivere intenso e consapevole dei legami inevitabili - la famiglia, la terra d'origine - che sempre più spesso coincidono con uno dei tanti sensi di vuoto. Il conflitto tra il desiderio di fuga e la necessità delle radici è il motore dei due scritti, «Fratelli» e «La diga», contenuti ne «La sfida del vuoto». In «Fratelli», l'incrocio casuale delle vicende di due coppie di fratelli mette in luce l'estraneità insita nei rapporti familiari. Nonostante lo stretto legame di sangue i protagonisti hanno di loro stessi «un'idea assolutamente sbagliata l'uno dell'altro». In «La diga», invece, un ingegnere fa ritorno ai monti della sua infanzia per verificare la staticità di una diga, ma per difendere il proprio equilibrio è costretto ad andarsene, sentendo che quel territorio, pur essendo il suo paese d'origine, in fondo non gli appartiene più. Il senso di e-straniamento che ne segue metterà in discussione l'essenza stessa dei protagonisti. Sepp Mall è un autore italiano di lingua tedesca che vive sulla propria pelle la condizione straniante del bilinguismo. Questo tema, già caro allo scrittore meranese Joseph Zoderer, trova nuova voce nei personaggi di Mall, uomini che sono sempre in bilico tra l'appartenenza e il rifiuto. I racconti de La sfida del vuoto sono lo specchio di una condizione irrisolta e forse irrisolvibile di chi vive a cavallo di un confine geografico e interiore il cui senso di appartenenza al proprio territorio e la ricerca dell'identità possono rappresentare uno strumento di comprensione di sé. Argomenti già sperimentati e cari a Fernandel, che ha già tentato di esplorare queste tematiche nell'antologia del 2003 di quindici racconti, a cura di Laura Mautone, «Verso dove». Scritture di confine da Merano e Trieste (in cui compare anche lo stesso Sepp Mall con «Inferno solitario», in compagnia di altri scrittori meranesi, autori triestini e sloveni): una raccolta che intende ricostruire un'immagine più autentica di una terra contesa, dando voce ad una nuova generazione di scrittori che avvertono la realtà bilingue come la propria naturale dimensione. Mall è nato a Curon (BZ) nel 1955. Ha scritto i primi racconti al liceo e ha vinto alcuni premi letterari per studenti; in seguito ha collaborato con alcune riviste letterarie tra cui «Arunda» e «Sturzflüge» e ha scritto racconti brevi pubblicati in Austria, Svizzera e in Alto Adige. Nel 1992 è cominciato un lungo sodalizio con l'editore austriaco Haymon, con il quale ha pubblicato la raccolta di poesie «Läufer im Park», a cui ha fatto seguito nel 1998 la raccolta «Landschaft mit Tieren-unter Sträuchern hingeduckt». Nel campo della prosa, nel 1993 ha pubblicato «Verwachsene Wege» (La diga). Del 1996 è il romanzo breve «Brüder» (Fratelli). Mall ha scritto anche drammi radiofonici («Nacht in Innsbruck - Nacht in Izmir», Inferno solitario e Silence please) trasmessi in Austria dall'Orf, l'emittente radiofonica di Stato, e poi raccolti nel volume «Inferno solitario». «Drei Hörstücke und ein Theatertext» (Skarabeus), che comprende anche il testo della pièce teatrale rappresentata a Merano nel 2001, Mannsteufel. Sepp Mall vive attualmente a Merano dove insegna materie letterarie in una scuola media inferiore. È tra i fondatori dell'associazione culturale altoatesina che raduna autori e scrittori della regione, la Süditiroler Autorenvereinigung.
È uscito in questi giorni, per la prima volta tradotto in italiano, l'autore di lingua tedesca Sepp Mall. A riunire due suoi romanzi brevi Fratelli e La diga, entrambi del 1992 ‑ nel volume dal titolo La sfida del vuoto ‑ sono le edizioni ravennati di Fernandel dirette da Giorgio Pozzi.
Diremo subito che Sepp Mall ci sembra un autore interessante. È sicuramente allievo di Thomas Bernhard, come denuncia un passo del genere: " È tutta colpa di Moritz. Certo in questi anni di tanto in tanto ho pensato a lui, però scorgere qualcuno che ha l'aspetto che lui potrebbe avere adesso, vederlo, per così dire, con i miei occhi in carne e ossa, be', questa è un'altra cosa. Quest'apparizione del tutto inaspettata in un pomeriggio d'estate a Rimini mi ha di colpo rammentato come sia ridicolo credere all'indiscutibilità della propria esistenza". Ci ritroviamo di fronte il "per così dire" che è tipico della prosa di Bernhard e inoltre l'angoscia dell'altro che torna sotto forma di apparizione a destabilizzare la vita del protagonista, uno dei temi cardine del romanziere austriaco.
Ma Mall riesce a uscire dall'ombra del suo grande predecessore grazie ad altre letture nutrienti, come ad esempio Italo Svevo, l'amore per il quale è omaggiato nella scelta del nome di due protagonisti, Alissa e Zeno, che chiaramente si rifanno ad Augusta e Zeno e che come loro sono una coppia creata dagli eventi e quindi felice/infelice.
La tecnica del monologo che suggerisce atmosfere quasi mai perdendo ritmo un ritmo lento e implacabile ‑ porta la voce dell'autore vicina e complice all'orecchio del lettore. Tecnica decisamente novecentesca, questa del monologo, e in effetti ben novecentesca è tutta la prosa di Mall, nativo di Curon, vicino a Bolzano, località dove tutt'ora risiede. E' insomma il caso interessante di uno degli autori "Italiani" che pur avendo sotto gli occhi la nostra realtà scrivono in un'altra lingua. Forse questo essere di confine lo può aver attratto anche all'opera di Svevo.
Chi scrive però ha un ulteriore motivo di soddisfazione nel parlare di questo libro, nel senso proprio di oggetto-libro. Infatti la copertina del volume si deve a un giovane pittore piacentino Davide Corona che è alla seconda collaborazione con Giorgio Pozzi. Sua infatti era la copertina del numero 2/2005 della rivista letteraria Fernandel omonima al marchio editoriale ‑ che si pubblica in Romagna. Tra l'altro il piccolo dipinto Guardando nel sole che fa da copertina a La sfida del vuoto sarà presto in esposizione nella nostra città: si prevede infatti per l'autunno un'antologica di pittori Piacentini a cura dell'architetto Maurizio Mancini che avrà come sede la Galleria Ricci Oddi.
Sepp Mall, classe 1955, è italiano, nato a Curon, in provincia di Bolzano. Oggi vive a Merano, dove insegna lettere in una scuola media, ed è uno scrittore. Non si stupisca il lettore, anche il più accorto, anche il più curioso, se di Mall non ha mai sentito parlare o tantomeno letto nulla. La sua lingua madre è il tedesco, e in quella lingua ha sin qui pubblicato, con l'editore austriaco Haymon. Un po' di notorietà, in Austria, gli è arrivata quest'anno con la pubblicazione del romanzo Wundränder, che gli è valso il premio Innsbruck Liest, ma, prima del 2005, anche nei paesi di lingua tedesca e in Alto Adige lo si poteva considerare il tipico scrittore «appartato». Il suo esordio risale al 1992 con la raccolta di poesie Läufer im Park, del 1993 è il racconto lungo Verwachsene Wege, del 1996 il romanzo breve Brüder e del 1998 una nuova raccolta di poesie, Landschaft mit Tieren - unter Sträuchern hingeduckt. La quotidianità e l'intimismo della sua scrittura, affiancati alla sobrietà del suo percorso editoriale, ne fanno un autore perfetto per la linea di ricerca perseguita dal piccolo editore ravennate Fernandel, che lo pubblica, ora, tradotto in italiano. In La sfida del vuoto vengono proposti i primi due testi narrativi di Sepp Mall, e cioè La Diga (Verwachsene Wege) e Fratelli (Brüder), nella traduzione di Sonia Sulzer sovvenzionata dalla Presidenza del Consiglio austriaca. La domanda che ci si pone da lettori, visti i dati biografici di Mall, è se qualche parte del ben noto attrito tra italiani di lingua tedesca e «resto dell'Italia» riverberi nella sua narrativa. La risposta è no (salvo qualche traccia minore). Tuttavia l'appartenenza al territorio si sente eccome, e in particolare nel racconto lungo La diga. Qui, un ingegnere ritorna al piccolo paese d'alta montagna della sua infanzia, per prendersi cura della stabilità di una diga. Lascia i paesaggi e le abitudini della città e ritrova gente e luoghi che aveva abbandonato da anni. Ma tutto è cambiato: nel senso che benché siano riconoscibili caratteri, volti, geografie, comportamenti, questi sono come sfasati, come non sovrapponibili a ciò che l'ingegnere ha conservato nel catalogo dei propri ricordi. L'appartenenza al territorio? La gelida solitudine del paesaggio, la rudezza e semplicità delle abitudini, l'inscindibile legame anche lavorativo con la terra, la schiacciante inquietudine generata da laghi, ghiacciai e monti sono quelle dei paesi aggrappati più in alto sulle nostre Alpi. Ed è di chi in alta montagna c'è nato e si è trasferito altrove proprio lo straniamento e l'angoscioso vuoto che genera il tornare e il ritrovare tutto al proprio posto, ma privato di senso, non consolatorio, irrimediabilmente rotto e inutile.
Fratelli è costruito su un progetto narrativamente più ambizioso. Le vicende di una prima coppia di fratelli (uno energico avventuriero e scalatore alla Messner, l'altro introverso capoinfermiere in un piccolo ospedale) e quelle di una seconda coppia (un quarantenne cerebrale e sobrio, sposato alla ex-ragazza del fratello estroverso e popolare, morto per cause accidentali vent'anni prima) si intrecciano in modo casuale. La coppia avventuriero-infermiere affronta l'impegnativa traversata del deserto del Takla Makan, cercando di ricavare, da settimane di convivenza e attrito, un equilibrio, una reciproca conoscenza mai sin lì davvero cercata. Il fratello ancora in vita dell'altra coppia lavora in un'emittente radiofonica e intervisterà i due, al ritorno dalla traversata, riconoscendo nello scalatore i modi, la personalità e persino l'aspetto del fratello prematuramente scomparso. Da questa occasione scaturirà una revisione della memoria che ha conservato del fratello, e della sequenza di avvenimenti che hanno portato alla sua morte. Meccanismi psicologici e relazioni familiari in mostra, dunque, in questo affascinante romanzo breve. Dove il territorio però ritorna: non solo attraverso la biografia dei protagonisti o i luoghi da questi abitati, ma anche attraverso la schiettezza, la cristallinità e la totalità con cui affrontano i nodi delle loro relazioni: come sa fare, per qualche misteriosa ragione, solo chi è nato sulle nostre montagne.
Ci sono poche occasioni in cui l'immagine di copertina di un libro trova una perfetta corrispondenza con il contenuto del libro stesso. Questa è una di quelle. Il dipinto del piacentino Davide Corona, intitolato Guardando nel sole, riassume in modo essenziale alcuni dei temi proposti dall'altoatesino Sepp Mall nei due romanzi brevi di cui si compone La sfida del vuoto, suo primo libro tradotto in italiano: lo spaesamento e l'assenza definitiva di legami, con il territorio, con le proprie origini, con i propri familiari.
Sepp Mall è nato a Curon in provincia di Bolzano; nel 1955, e risiede a Merano. Per quanto sconosciuto al pubblico italiano, ha al suo attivo una discreta serie di pubblicazioni per l'editore austriaco Haymon. In Italia ha fatto di recente una breve apparizione all'interno dell'antologia Verso dove. Scritture di confine da Merano a Trieste, curata da Laura Mautone e pubblicata nel 2003 dalla ravennate Fernandel. La stessa casa editrice oggi pubblica in una unica soluzione i due romanzi brevi dell'autore. I due testi descrivono molto bene lo stile di questo autore, a cui calza perfettamente l'etichetta di «narratore di confine». Non solo per il suo bilinguismo, né per i luoghi in cui risiede e opera, ma proprio per i temi trattati e per lo stile della narrazione che descrive il senso di vuoto e di straniamento che colpisce i personaggi delle sue storie, immersi in una quotidianità sorda e in una continua quanto fallimentare ricerca di stabilità ricavabile dai rapporti familiari. Probabile che l'influenza di Thomas Bernhard appaia ai più come un dato di fatto. Eppure non sembra essere elemento fondante per la scrittura del narratore altoatesino anche perché il rapporto conflittuale e angoscioso con l'altro da sé (che acquista le forme di un ritornante dai tratti familiari di un fratello o di un luogo lasciatosi alle spalle); con questo perturbante tratto fuori dall'alveo dell'orrore fisico ma non da quello psicologico, appare contiguo a quello utilizzato da molti altri narratori mitteleuropei. Si pensi, per fare un nome, all'opera del meranese Joseph Zoderer.
Mall comunque è e resta un narratore italiano a tutti gli effetti, anche se sconta il suo non essere conosciuto in patria a causa della scelta di scrivere in tedesco. E c'è da riflettere sul fatto che, per poterlo leggere, si debba ringraziare una traduzione patrocinata dall'assessorato alla cultura della Provincia di Bolzano e sovvenzionata dal Bundenskanzleramtkunst, ovvero dalla Presidenza del Consiglio austriaca. Una traduzione, quella di Sonia Sulzer, che non sembra però restituire il massimo della tensione interiore che macina nei personaggi di Fratelli (Bruder) e La diga (VerwachseneWege), apparsi rispettivamente nel 1996 e nel 1993, ma che almeno rende con una certa precisione lo stile di Mall. Entrambi i romanzi si fondano su una voce monologante, in prima e in terza persona, che imprime alla narrazione un ritmo estremamente lento quanto inflessibile, capace di perimetrare perfettamente il senso di vuoto e di straniamento di cui scrivevamo all'inizio. Una narrazione, quella racchiusa in La sfida del vuoto non facile da seguire, anche per la sua interiore freddezza, eppure estremamente lirica, musicale. Alla resa dei conti, una felice scoperta.