Carla Baroncelli, Lea Bendandi "Sultana". Partigiana della libertà
«Io ci sto»
Quando pronuncia queste poche parole, Lea Bendandi ha ventun anni e un’infanzia grama alle spalle: Ho accettato subito, d’istinto, ho detto: sì sì, io ci sto. Ecco, ho fatto la partigiana per essere libera.Il nome di battaglia, “Sultana”, non l’ha scelto lei, ma i capi partigiani. Mai un nome, però, fu più azzeccato.
Una Sultana in bicicletta che sfreccia sugli argini dei fiumi, che sfugge ai controlli dei nazifascisti con una pistola o un rotolo di manifesti nella sporta. Una staffetta giovane e bella che fa del suo fascino un’arma per non farsi catturare e distribuire propaganda antifascista.
È una Sultana quando organizza i Gruppi di Difesa della Donna o quando diventa comandante dei GAP femminili di Russi.
È una Sultana che, da semplice staffetta partigiana, diventa presidente dell’Anpi di Russi.
Una Sultana il cui estro la porta poi a diventare stilista di moda. Bologna, Milano, Parigi. Passano trentacinque anni e la Sultana torna a casa, a Russi, per rendersi utile ancora: per parlare ai bambini delle scuole della Ines e della Candina, le mie compagne staffette che sono state ammazzate…
La storia di una donna autonoma, che non ha accettato imposizioni, che non si è lasciata intimidire. Forse quando se ne è andata, nel 2015, ha avuto un solo rammarico: Ho fatto la partigiana anche per essere libera come donna, ma ancora oggi molte donne non sono libere di decidere della propria vita...
Carla Baroncelli è giornalista professionista e scrittrice. Laureata in sociologia, dal 1985 al 1989 ha frequentato il laboratorio di sceneggiatura di Tonino Guerra, nel 1988 il corso “Lezioni di regia” di Nikita Michalkov e nel 1989 il seminario di sceneggiatura di Robert Mckee. Giornalista al Tg2 dal 1986 al 2008 per le redazioni cronaca e dossier. Ha pubblicato: Scriversi addosso (Edizioni del Girasole, 1980); Un po’ più in basso della luna (Edizioni Essegi, 1982); Per amor di cronaca. I miei ventitré anni al TG2 (Fernandel, 2009); E la casa dov’è? Storie da un asilo notturno (Ediesse, 2012); Io non m’arrendo. Dieci storie di donne badanti (Edizioni Moderna, 2014); Storie sui fili (Image Edizioni, 2015), che racconta la violenza psicologica subita da una bambina in famiglia; Piccoli orfani e parenti del cuore. Non chiamateli i bambini di Chernobyl (Edizioni del Loggione, 2016). Ha ricevuto vari premi giornalistici, fra cui Premio Guidarello per il giornalismo (1989), il Premio giornalistico Città di Calabria (1996), il Premio giornalistico Ilaria Alpi (1998 e 2005), il Premio Voltolino di giornalismo per la divulgazione scientifica (2005).
I libri di Carla Baroncelli pubblicati da Fernandel: