Grazia Verasani, Tracce del tuo passaggio


Tracce del tuo passaggio
Pagine: 128
Isbn: 9788887433289
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: settembre 2002

Radio e TV

  • Ascolta il racconto La ragazza dei rospi

  • Ascolta il racconto Tutto bene

  • Ascolta il racconto Pizza express
    (letture tratte dal sito www.radioemiliaromagna.it. Voci di Mascia Foschi e di Fulvio Redeghieri)

  • Guarda l'intervista a Grazia Verasani su Arcoiris tv (a cura di Franco Foschi, 23 dicembre 2004)



  • «Senza dubbio una delle migliori voci della narrativa italiana contemporanea»

    Trenta racconti brevi e fulminanti. Tutto ci viene rubato, sembrano dirsi i protagonisti di queste storie, rubato dal tempo e dall’instabilità degli affetti. Alla fine, quello che resta sono le tracce del passaggio di qualcuno nella vita di qualcun altro, una geografia umana di entrate e uscite la cui unica salvezza è l’impronta lieve del ricordo.
    Dopo due romanzi "generazionali", Grazia Verasani si confronta con una scrittura lontana dall’autobiografismo e prossima ai temi più cari della letteratura "alta": il trascorrere del tempo, la consapevolezza dell’inafferrabilità delle cose.
    Trenta racconti, dissonanti e corali allo stesso tempo, che partendo da situazioni diverse descrivono il disagio della maturità con il tono intenso e lieve che è proprio di questa autrice.
    Foto di copertina di Nicola Casamassima.

    Grazia Verasani
    Grazia Verasani, bolognese, ha esordito pubblicando per Fernandel ben tre libri: L’amore è un bar sempre aperto (1999), Fuck me mon amour (2001) e la raccolta Tracce del tuo passaggio (2002). Prima attrice di teatro, in seguito cantautrice (ha vinto il premio Città di Recanati nel 1995), ha alcuni dischi all’attivo. Nel 2004 ha pubblicato il romanzo Quo vadis, baby? (Colorado Noir-Mondadori), da cui è stato tratto l'omonimo film girato da Gabriele Salvatores. È del 2006 il romanzo Velocemente da nessuna parte (Mondadori). Ha pubblicato come autrice per il teatro con l'opera From Medea (Sironi, 2004). Ha lavorato anche come paroliera, corista e doppiatrice.
    Wikipedia le dedica una pagina.

    L'inizio del racconto "Fanny del bar"


    Fanny del bar non so perché la chiamassero così. Fatto sta che nessuno la chiamava soltanto Fanny, aggiungevano sempre “del bar” e senza mai specificare quale. In quartiere di bar ce n’erano parecchi e lei passava dall’uno all’altro a seconda di chi le faceva credito. La prima volta che le ho parlato era seduta a un tavolino in onice del bar Capitol, con gli occhi cerulei contro la vetrata e un bicchiere di vino bianco in mano. Aveva capelli grigi dalle punte bionde, capillari rotti agli angoli del naso e sotto gli occhi borse pesanti più simili a valige; un foulard firmato, sfilacciato ai bordi, le nascondeva parte del mento. Guardava fuori, ripetendo a bassa voce: “Il tempo vola”. Mi sedetti accanto a lei e le offrii una Diana. “Gli avrei dato il doppio di qualunque altra donna”, mi disse. Ripeté questa frase due o tre volte. Poi cominciò a farneticare di un pescatore di Comacchio, di un giocatore di biliardo e del batterista di un’orchestra di liscio. Si confondeva, passando dall’uno all’altro, e facendo nomi come Oreste, Leone, il Capitano, tutti sposati e con figli già grandi o forse finiti da un pezzo al camposanto. Difficile, per me, cavare fuori qualcosa di coerente dal bisbiglio rauco della sua voce impastata. [...]

    Rassegna stampa
  • «Storie crude, taglienti. Ma niente che non possa succedere nella realtà» (Luciana Cavina, «Il Resto del Carlino», agosto 2002)


  • «Ed è proprio da questi segni incisi sull'anima che bisogna ripartire» (Stefano Tassinari, «l'Unità», novembre 2002)


  • «Nelle relazioni si comincia con Walt Disney a luci rosse e si finisce chiusi a chiave con Ingmar Bergman» («Repubblica», 13 novembre 2002).

  • «Uno sguardo umile ma impietoso» (Alex Brando, Giallo Web, 18 dicembre 2002).

  • I libri di Grazia Verasani pubblicati da Fernandel: