Marco Salvador, La casa del quarto comandamento


La casa del quarto comandamento
Pagine: 128
Isbn: 9788887433494
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: settembre 2004

Rassegna stampa


  • Intervista a Radio 3 Fahrenheit (3 gennaio 2005)

  • «L'orrore che si muove intorno a una malattia che chiunque vorrebbe avere» (Gianluca Mercadante, «Pulp», novembre-dicembre 2004)

  • «Un libro denuncia scritto con eleganza» (Remo Bassini, «La Sesia», 12 novembre 2004)

  • La notizia della cessione dei diritti cinematografici («Il Gazzettino», 19 dicembre 2004)

  • Intervista a Lino Banfi, che conferma la volontà di realizzare un film dal romanzo (ma il film non si è mai fatto...) («Trovacinema», 30 dicembre 2004)



  • Onora il padre e la madre...

    Vivi in una nazione libera e democratica. Non hai commesso alcun reato, non sei pazzo però sei vittima di una grave malattia: sei vecchio. E così succede: un giorno ti strappano da casa, perdi la tua libertà e finisci in un luogo dove t’impongono regole di ogni tipo e dove sei costretto a subire violenze fisiche e psicologiche. I tuoi famigliari e i tuoi vicini lo sanno. Tutti lo sanno, ma per tutti è normale. Quando accade a Martino, i primi giorni crede di impazzire. Medita il suicidio. Però è un uomo dal carattere forte e reagisce. Con la complicità di Oddo, un ex legionario ora suo compagno di stanza, comincia una battaglia contro l’istituzione che lo imprigiona. A dargli forza e coraggio è un’altra vittima: la dolce e tenera Leda. Scritto con uno stile esplicito, diretto e sanguigno, il libro è un duro atto d’accusa sulla condizione degli anziani costretti in case di riposo. Non i rimbambiti, quelli non più autosufficienti, i terminali: ma persone “normali”, quelli prima sfruttati dai figli e poi gettati nella discarica degli istituti. Un libro contro l’egoismo del nostro tempo, contro la noia di un comandamento scomodo: “Onora il padre e la madre”.
    Illustrazione di copertina di Tiberio Faedi.

    Marco Salvador
    Marco Salvador è nato a San Lorenzo (Pn), nella casa dove ancora vive. Per Piemme ha pubblicato diversi romanzi storici di successo, fra cui (Il Longobardo, 2004; La vendetta del Longobardo, 2005; L’ultimo longobardo, 2006). La casa del quarto comandamento ha avuto un’ottima accoglienza da parte della critica. Del romanzo, che ha avuto due diverse trasposizioni teatrali, sono stati opzionati i diritti cinematografici.

    Un brano del romanzo

    Il viso della nuora ha un’espressione nauseata, soprattutto dopo le sempre più frequenti visite della madre. Pare che l’intera famiglia si avvicini a lui solo per annusarlo e poi ritrarsi nauseata. Con ribrezzo. Chiede che i pasti gli siano portati sotto, sul tavolo da lavoro trasformato, da provvisorio, in desco definitivo. Lo fa quella straniera che viene a ore per pulire e stirare: una nuova pretesa dalla nuora. Una sera, trova accanto al piatto un depliant. In corsivo grande, oro su azzurro: La Casa del Quarto Comandamento. Non gli servono gli occhiali, per leggere. Vista forte, come tutti i denti che ha ancora in bocca. Lo apre, e legge saltando righe: …situata in una verde pineta che rende l’aria balsamica, la Casa dispone di camere a due soli letti, ognuna con proprio bagno… la cucina è di alto livello e i cibi accuratamente controllati e personalizzati da una dietologa… dispone di Sala degli Incontri, Sala del Divertimento e Sala Hobby [...]

    Rassegna stampa

  • «Un ospizio dove disonorare il padre» (Piersandro Pallavicini, «Tuttolibri», 29 gennaio 2005)


  • «Un atto coraggioso di denuncia» (Antonio Spadaro, «Civiltà cattolica», 2005, III 346 s.)
    Il secondo romanzo di Marco Salvador (1948) è un atto coraggioso di denuncia nei confronti delle peggiori conseguenze della vera grande malattia del momento: la vecchiaia. Il protagonista, Martino, è il padre di un figlio, Giovanni Antonio, che egli ha voluto rimanesse unico. E Martino invecchia. Gli muore la moglie, non si sente più a suo agio nella propria casa, in quegli spazi ordinari e quotidiani che ha faticosamente costruito negli anni per lasciarli al figlio e ai nipoti. Martino si vedrà necessariamente relegato dal suo Giangi – così ora si fa chiamare – in un ospizio dal nome altisonante: «La casa del quarto comandamento». Con grande capacità di introspezione psicologica l’A. entra nella coscienza di quest’uomo anziano e del suo mondo. La percezione dell’abuso e dell’orrore si fanno largo tra sentimenti di tradimento e di ingiustizia. Martino troverà in Oddo, suo compagno di stanza, e in Leda, donna che gli farà scoprire la dolcezza dell’affetto, una mano solida per risalire la china e dargli il coraggio di combattere contro l’istituzione che lo imprigiona.
    La lettura del volume non lascia indifferenti. Salvador sa dar corpo e spessore ai personaggi e alla vicende, fino alla rappresentazione di una violenza crudele e inaudita, e alla conclusione dal gusto amaro. Il romanzo non è un puro atto di accusa e di denuncia sociale; non è un saggio in forma narrativa. Il lettore è coinvolto pienamente in una storia che vede scorrere sotto i suoi occhi con la precisione di immagini fotografiche. I diritti del libro sono stati acquistati per realizzare una trasposizione cinematografica.

  • «Ma siamo poi così sicuri che la realtà di molti istituiti per anziani sia sensibilmente diversa?» (Roberto Carnero, «l'Unità»)
    La vecchiaia è l’unica malattia che tutti si augurano di contrarre. Ma a quali condizioni? Anche se dopo una vita di sacrifici per i vostri figli, questi ultimi, una volta fattisi grandi e formata una loro famiglia, decidono di sbarazzarsi di voi confinandovi in una casa di riposo? È quanto capita a Martino, il protagonista del romanzo di Marco Salvador, La casa del quarto comandamento (Fernandel, pagine 128, euro 12,00). Dopo alcune pagine dedicate a rievocare gli antefatti, la narrazione precipita rapidamente in medias res, ovvero in un ospizio per anziani, in cui il povero vecchio, rimasto vedovo della moglie, viene spedito. I primi giorni vorrebbe morire: la casa gli sembra una specie di parcheggio per “morti viventi”, in attesa del trasferimento definitivo al camposanto. È, questa, un’idea sgradevole, forte, impietosa, ma è proprio la sensazione che lui ha. Assiste addirittura a un suicidio ‘in diretta’: un ospite si getta da un balcone per ottenere la sua personale “liberazione”. La cosa viene messa a tacere, classificata dalla direzione come uno spiacevole incidente. Pare che non sia la prima volta. Del resto la casa di riposo è amministrata da una sedicente religiosa in modo tutt’altro che trasparente: il vitto è di pessima qualità, il personale manca di rispetto agli anziani, ai quali la direttrice stessa sottrae più denaro di quanto dovrebbe, forte com’è del disinteresse dei loro parenti.
    I personaggi sono caratterizzati in maniera molto netta, in positivo o in negativo. Probabilmente c’è qualche esagerazione di troppo in questo senso, ma siamo poi così sicuri che la realtà di molti istituiti per anziani sia sensibilmente diversa? Il libro di Salvador, avvincente e ben scritto, si pone dunque quale romanzo-denuncia di una realtà spesso rimossa e sulla quale non c’è interesse ad aprire gli occhi. La terza età non è quasi per nulla presente nella narrativa italiana di oggi, molto più propensa alle storie di giovani che a quelle di vecchi.
    Come finisce il libro? La vicenda evolve in maniera inaspettata, perché a poco a poco Martino ha il coraggio di guardarsi intorno, di affrontare la realtà e di lottare per migliorarla. Il riscatto avviene anche grazie a Oddo e Leda, due ospiti meno conformisti degli altri, con i quali Martino instaura un rapporto di amicizia e mutuo soccorso. Anzi, per Leda a un certo punto incomincia a provare qualcosa che assomiglia molto all’amore: un sentimento anche fisico, su cui non grava alcun tabù, neanche sull’aspetto sessuale. Perché l’attrazione tra due persone è sinonimo di vita. Purtroppo però questo atteggiamento di apertura al futuro e di critica alle regole non scritte di un universo pressoché carcerario non è ben visto da chi gestisce la casa di riposo, che decide di farla pagare cara a chi ha osato infrangere la sua routine. L’epilogo sarà tragico. Ma il sacrificio non è stato vano: un blitz delle forze dell’ordine fa chiudere l’istituto. Un luogo in cui la pena più grande era l’assenza di dignità, una condizione dalla quale i tre personaggi di Salvador hanno cercato e ottenuto riscatto.


  • I libri di Marco Salvador pubblicati da Fernandel: