Vanni Sbragia, Un po' meno di niente


Un po' meno di niente
Pagine: 224
Isbn: 9788832207255
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: 21 gennaio 2021
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«L’eternità non esiste, l’amore non esiste, la felicità non esiste. Non esiste un cazzo. E io, pur avendo una famiglia, non avevo niente. Quindi meglio adesso. Meglio avere un po’ meno di niente»


Vanni Sbragia è un dirigente di successo e uno scrittore di thriller e noir di media popolarità. Vive una vita in perenne equilibrio fra l’immagine ufficiale di marito fedele e padre di famiglia e la reale natura di fedifrago professionista e sessuomane incallito, capace di gestire un numero imprecisato di relazioni clandestine. Ma il fragile bastione che ha costruito a difesa della sua esistenza bipolare crolla nel momento in cui una delle sue amanti, l’editrice Vittoria Ravaglia, viene trovata uccisa da quindici coltellate nella sua casa torinese. Sbragia viene interrogato dalla polizia a causa di certi messaggi espliciti rinvenuti sul telefono della vittima. A nulla servirà l’alibi che lo scagiona da ogni sospetto: la notizia della sua relazione è ormai di pubblico dominio e la sua vita è destinata a cambiare per sempre. Nel disperato tentativo di salvare il salvabile tenterà di barattare il silenzio di una giornalista di gossip con alcune piccanti rivelazioni sul mondo dell’editoria. Sarà il suicidio definitivo che sancirà la sua trasformazione in una specie di appestato da evitare con cura per coloro che gli si professavano amici. Ma alla separazione da moglie e figlia, al pubblico ludibrio, all’esclusione dal giro degli autori che contano, farà da contraltare l’inatteso successo del suo nuovo libro, alimentato proprio dall’aura di scandalo che oramai si porta appresso, abilmente cavalcata da una editor senza scrupoli. Per Vanni Sbragia, solo contro tutti, libero da ogni condizionamento e senza più nulla da perdere, è arrivato il momento di fare i conti con se stesso e decidere cosa farà da grande. E forse troverà anche il modo di togliersi l’ennesima soddisfazione: quella di scoprire chi ha ucciso Vittoria Ravaglia.

Come inizia

Parcheggio a trenta metri da casa, spengo, mi fermo a controllare WhatsApp. Un delirio di messaggi, mentre ero in riunione non la smetteva di vibrare. Disattivo le notifiche, decido di sfoltire la corrispondenza prima di scendere. Mi concentro solo sulle risposte necessarie.
Laura: Vanni, mi manchi.
Io: Anche tu, tesoro. Tanto. Non vedo l’ora di riabbracciarti.
Serena: Qualcosa non va? Non ti ho più sentito…
Io: No, scusa, delirio al lavoro. Ci sentiamo presto per vederci.
Giulia: Stanotte ti ho sognato. Le tue mani su di me…
Io: Anch’io ti sogno spesso. E ho voglia di te.
Angela: Per giovedì ok, ho preso un giorno di permesso.
Io: Ottimo, allora prenoto. Che bello, non vedo l’ora.
Matilde: Ho voglia del tuo cazzo. Ora.
Io: Lo avrai presto, credimi. Io ho voglia di lavorarmi il tuo culetto.
Carla: Mi manchi da morire. Perché non sei qui?
Io: Sapessi che casini questi giorni… Se ci sei, domani ci sentiamo al tel e ti racconto.
Sto ancora digitando e appaiono i primi sta scrivendo.
Leggerò domani, per oggi ne ho abbastanza.
Prendo la ventiquattrore e la busta della spesa. Marciapiede, cancello, vialetto. Incrocio il tizio del terzo piano, nemmeno lo guardo in faccia quel pezzo di merda. Penso al capitolo che non riesco a scrivere. Se non mi sblocco il romanzo si raffredda e va tutto a rotoli.
Scrittore è colui a cui scrivere riesce più difficile che a tutte le altre persone. E tu eri Thomas Mann, figurati quanto riesce difficile a me, che sono solo Vanni Sbragia. [...]
Vanni Sbragia
Dietro allo pseudonimo di Vanni Sbragia si nasconde un autore italiano che da oltre dieci anni pubblica i suoi romanzi di genere Crime con alcuni fra i maggiori editori nazionali (poi riconosciuto come lo scrittore Romano De Marco). Vincitore di premi prestigiosi e tradotto all’estero, con Un po’ meno di niente firma una satira ironica e feroce di un ambiente, quello dell’editoria italiana di genere, fatto di ipocrisie, spregiudicati calcoli commerciali, false amicizie, vizi privati e pubbliche virtù. Sbragia lo racconta in modo divertente e spietato, senza risparmiare l’autocritica e prendendo di mira quelli che considera i difetti più gravi di un sistema malato e sempre a un passo dal baratro.

Rassegna stampa
  • «La critica feroce di un ambiente che l'autore conosce bene e di cui ha deciso di stigmatizzare alcune caratteristiche e comportamenti» (Cristina Aicardi, milanonera.com, 21 gennaio 2021)

  • «Un eccellente thriller ben architettato, raccontato con una scrittura diretta, vigorosa e intrisa di ironia, ma allo stesso tempo profonda e intima» (Francesca Mancini, thrillercafe.it, 21 gennaio 2021)

  • «Un libro scritto benissimo, che scorre pagina dopo pagina in modo vertiginoso, che si fa bere in poche ore e che lascia nello stomaco un senso di repulsione, ma anche di piacere inconfessabile...» (Nuela Celli, libroguerriero.com, 22 gennaio 2021)

  • «Volevo parlare dell’ambiente editoriale e del micro universo degli autori di genere per togliermi qualche sassolino dalla scarpa» (Cristina Aicardi intervista Vanni Sbragia, milanonera.com, 26 gennaio 2021)

  • «Il protagonista accentra tutti i lati oscuri, i difetti, la vanità, le incertezze di chi scrive per appagare il proprio bisogno di esserci, di apparire, di essere considerato e amato» (Francesca Mancini intervista Vanni Sbragia, thrillercafe.it, 30 gennaio 2021)

  • «Il mondo del noir. Vizi privati e pubbliche manie» (Piera Carlomagno, «Quotidiano del Sud», 1 febbraio 2021)

  • «Un po’ meno di niente è soprattutto un attacco pieno di ironia, in cui non tralascia una “sportiva” autocritica, all’ambiente letterario» (Patrizia Debicke, The Blog Around the Corner, 3 febbraio 2021)

  • «Vanni Sbragia è sia autore che protagonista del suo romanzo. Ed è proprio in queste pagine che dà il meglio (che poi è anche il peggio) di sé» (Francesca Marchesani, Thrillernord.it, 9 febbraio 2021)

  • «Stanchezza e nausea sembrano le motivazioni che hanno spinto chi si nasconde dietro Sbragia a scrivere Un po' meno di niente» (Piersandro Pallavicini, «La Stampa Tuttolibri», 13 febbraio 2021)

  • «C’è pur sempre da risolvere il mistero della morte di Vittoria e di una giovane scrittrice suicida...» (Andrea Monticone, «CronacaQui», 4 marzo 2021)

  • «Un thriller ben strutturato con un gran colpo di scena finale» (Silvia Scapinelli, Sulromanzo.it, 8 marzo 2021)

  • «L’emblema dell’uomo borghese che asseconda, senza porre un freno, i propri vezzi e vizi» (Carmen Giandomenico, EroicaFenice.com, 21 marzo 2021)

  • «Un libro riuscitissimo» (Gaia Matteini, «Corriere Romagna», 8 giugno 2021)

  • «Una vicenda credibile e ben costruita che trova soluzione solo nelle ultime pagine, con un magistrale colpo di scena» (Il sapore di un libro, 26 novembre 2021)