Barbara Buoso, Padre terra
Pagine: 136
Isbn: 9788832207705
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: 6 settembre 2024
Leggi come inizia
Isbn: 9788832207705
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: 6 settembre 2024
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«Gli era stato dato in sorte di continuare a percepire l’amore di sua madre attraverso la terra, avvertendo ad ogni istante la gratitudine di essere lì, al mondo»
Quando Giovanni nasce, le braccia che lo accolgono sono quelle di Primo, suo padre, perché la madre è morta al termine di un estenuante travaglio. La piccola comunità del Polesine in cui il bambino cresce è sicura che la disgrazia sia stata provocata dalle pozioni della Botanica, una guaritrice a cui i genitori si erano rivolti, forzando le leggi della natura, per avere il figlio che tanto desideravano.
Primo amerà Giovanni di un amore tenero, prendendosi cura di lui e insegnandogli a sentire la natura e a mettersi all’ascolto delle voci di tutti gli esseri viventi che li circondano. In un paesaggio che richiama le atmosfere del realismo magico il ragazzo crescerà con una sensibilità speciale, che gli permetterà di riconoscere il ronzio sofferente delle vespe, la supplica del geranio che sta per essere reciso, la preghiera della lepre che, ritta sulle zampe, si ferma smarrita davanti alla canna del fucile che la punta.
Quando a tredici anni Giovanni avrà la possibilità di ammazzare il maiale, entrando così nella comunità degli adulti e mettendo a tacere le voci di paese, sarà proprio il grido strozzato dell’animale a fermare la sua mano. Primo verrà accusato di non aver saputo educare il ragazzo e si sentirà responsabile dell’emarginazione del figlio, che invece trarrà da questo evento la visione dell’uomo che vuole diventare.
Padre terra è un romanzo che si muove fra la ricerca di un rinnovato senso della paternità e il desiderio di mettersi in ascolto della natura con una sensibilità capace di superare tabù arcaici e tradizioni.
Barbara Buoso
Barbara Buoso è nata a Rovigo nel 1972 e vive a Padova. Ha pubblicato Aspettami (Fabio Croce), L’ordine innaturale degli elementi (Baldini & Castoldi), E venni al mondo (Apogeo) e la raccolta di racconti Espropriazioni (Vita Activa Nuova).
Come inizia
In poco tempo i gerani rossi si erano impossessati di tutta la facciata della casa. Dapprima era toccato al portico. Le talee riproduttive, vizze, appena trapiantate, dopo qualche giorno erano già nerbose e fiere; parevano voler preservare le forze per affrontare, di lì a poco, la mutilazione necessaria che avrebbe portato a nuova vita. Le foglie pelose e cuoriformi dall’occhio scuro somigliavano a certi gorghi incattiviti, indispettiti, della corrente dell’Adige che scorreva dietro la casa. Dopo, fu la volta delle grondaie, squassate dai temporali estivi che le inondavano con foga di torrenti, lasciandole, quando il sole finalmente si riaffacciava, prosciugate come la gola di Galdino Fava, soprannominato, a giustizia, ea gorna, perché capace di far scorrere nella sua gola ettolitri di vino.
«I miei tesori appassiti, ora mi occupo di voi», bisbigliava l’uomo chino sui fiori.
«Curaci, guardaci, accarezzaci», parevano sussurrargli i petali che lui sfiorava, andando a togliere, una a una, le infiorescenze appassite per rinvigorire la verzura. Giù in paese, nel camposanto, la terra sopra alla cassa di Rosalba era ancora franosa, le bordure in marmo ordinate avrebbero dovuto aspettare, la sventura era capitata da poco. […]
«I miei tesori appassiti, ora mi occupo di voi», bisbigliava l’uomo chino sui fiori.
«Curaci, guardaci, accarezzaci», parevano sussurrargli i petali che lui sfiorava, andando a togliere, una a una, le infiorescenze appassite per rinvigorire la verzura. Giù in paese, nel camposanto, la terra sopra alla cassa di Rosalba era ancora franosa, le bordure in marmo ordinate avrebbero dovuto aspettare, la sventura era capitata da poco. […]
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