Francesco Savio, Felice chi è diverso


Felice chi è diverso

Radio e Tv


  • Intervista a Radio Cusano Campus (8 novembre 2023)

  • Intervista a Real Team Tv Libri (16 novembre 2023)

  • Pagine: 112
    Isbn: 9788832207576
    Collana: Fernandel
    Data di pubblicazione: 15 settembre 2023
    Leggi come inizia



    «Cercavo la mia visione. Che diavolo avrei fatto nella vita? Sarei diventato come gli altri, rinunciando alle mie aspirazioni per accettare un impiego avvilente, frustrante, senza senso?»

    Questa è la storia di un libraio che si alza alle 4,55 per andare a lavorare in un’altra città e che legge la realtà che gli si presenta come fossero le pagine di un libro. Ciò lo rende diverso dalla maggioranza delle persone: felice di essere straniero, a tratti preoccupato per la fatica che questa diversità comporta. Camminando osserva gli alberi e riflette sul metodo migliore per riuscire a sopravvivere, economicamente e poeticamente, incapace com’è di accettare ingiustizie sociali e diseguaglianze che sempre più spesso vengono ritenute normali e inevitabili.
    Il suo desiderio è quello di non tradire la “visione”, quando tutto invece sembra orchestrato per renderci ciechi. Visioni sperimentate per la prima volta da ragazzo, e che le difficoltà della vita quotidiana sembrano rendere meno frequenti. Che si trovi su un treno, in un bar oppure nella libreria in cui lavora, che vaghi solitario o insieme ad altre persone, le sue associazioni d’idee ci accompagnano in un viaggio che coinvolge chi, come lui, è ancora sensibile alla bellezza.
    Felice chi è diverso è un romanzo che racconta una vita sospesa fra candore e fervore, un libro che abolisce la fretta per ricordarci che il difficile non è vivere, ma farlo in modo autentico.
    (Copertina di Stefano Bonazzi)

    Francesco Savio Francesco Savio
    Francesco Savio è nato a Brescia nel 1974. Ha pubblicato Mio padre era bellissimo (Italic, 2009), tradotto in Francia col titolo Mon père était très beau (Le dilettante, 2012), Il silenzio della felicità (Fernandel, 2013), Il fuorigioco sta antipatico ai bambini (Ediciclo, 2014), La sottovita (Mondadori, 2019), Il Balotelli letterario (peQuod, 2021).


    Come inizia

    Mi alzavo alle 4,55 per andare a lavorare. Ero abbastanza contento, anche se sul treno dei pendolari raramente incontravo intellettuali. Un mattino alla stazione di Rovato era salito un ragazzo che sembrava Bob Marley. Cantava barcollando. Poi si era messo a gridare: «Non sono un cliché! Non sono un cliché!»
    Aveva recitato una poesia. Quindi aveva vomitato sul sedile. Mi ero allontanato. Avevo cambiato carrozza.
    Da alcune settimane il treno regionale delle 5,55 aveva perso il suo aspetto moderno e accettabile, sembrava un convoglio risalente agli anni ottanta, con dei vecchi divanetti blu a due posti, stretti, senza bracciolo divisorio. Inoltre sotto al finestrino mancava il contenitore in metallo dove mettere le carte o altro da buttare. Per protesta veniva voglia di gettare tutto a terra, o di scrivere su un foglio «Rimettete il cestino» e di attaccare questa comunicazione di servizio alla parete; mentre la distanza dal passeggero che avevi di fronte era tale che per decidere come incrociare le gambe bisognava stipulare un patto silenzioso: se lui le allargava tu le tenevi strette, se lui accavallava a sinistra tu facevi lo stesso con la destra. Individui obliqui.

    Mi sarei potuto alzare anche alle cinque del mattino, cinque minuti a certe latitudini orarie possono fare la differenza, ma avrei dovuto fare tutto di corsa. Anzi, avrei dovuto proprio correre. A volte immaginavo di farlo davvero. Di chiudere senza rumore il cancelletto grigio del giardino della casa in cui abitavamo, osservando con dispiacere i due abeti potati male che mi facevano venire in mente le donne di Egon Schiele, per poi iniziare a correre fino alla fermata della metropolitana, dosando la forza degli allunghi, perché fermarsi, in questo gioco immaginario per non perdere la metropolitana e di conseguenza il treno, non valeva. Passavo comunque venti secondi a guardare con attenzione i due abeti potati male il giorno di santa Lucia dai barbari armati di camioncino, motosega e scala elevatrice. Il dispiacere si trasformava in sgomento quando i miei occhi planavano sul ceppo del terzo abete del giardino, quello che con i suoi rami verdi e profumati era il più vicino al nostro balcone, facendo naturalmente ombra durante la stagione estiva, abbattuto nell'ipotesi che l’intero albero, o parte di esso, potesse cadere e danneggiare la casa in cui vivevamo. Il ventomoto che nell’ottobre 2018 si era scatenato sull’Italia del nord sradicando, secondo le stime, circa dodici milioni di alberi, aveva lasciato tracce nella testa delle persone. Molte piante erano cadute, e qualcuno aveva consigliato ai proprietari di abitazioni con alberi in giardino di sfoltirle o sopprimerle, per evitare a tronchi e rami di atterrare rovinosamente su tetti o individui, spinti dalle feroci raffiche di vento, prive di dolcezza. Il risultato era che, nel quartiere più verde della piccola città, troppi alberi vicino alle case erano stati abbattuti o potati senza pietà, a causa di una paura insensata e di una serie di dozzinali interventi privi di senso estetico. Provavo razionalmente a comprendere, ma restavo scettico. [...]

    Rassegna stampa
  • «Lo stupore dell'infanzia, quello provato per la prima volta da ragazzo, è ciò che è destinato a salvarlo» (Flavio Marcolini, «Brescia Oggi», 9 gennaio 2024)


  • «Savio è unico e inattuale, anticonformista per vocazione e non per stravaganza» (Nino Dolfo, «Corriere della Sera», 8 gennaio 2024)


  • «Un invito a non tradire i sogni della gioventù» (Nicola Rocchi, «Giornale di Brescia», 2 gennaio 2024)


  • «Francesco Savio ha saputo creare una storia coinvolgente di vita quotidiana» (Rachele Anna Manzaro, «Brescia si legge», 29 novembre 2023)

  • «Vita da libraio-pendolare» (Giulio Brotti, «L'Eco di Bergamo», 3 novembre 2023)


  • «Una vita sospesa fra candore e fervore» (Carlo Martinelli, «il T-Quotidiano», 30 settembre 2023)


  • «Un libraio narratore che ama il suo lavoro e adora leggere» (Felice Laudadio, recensione su Anobii, 26 settembre 2023)

  • «Una visione del mondo aperta alla meraviglia» («Gazzetta di Mantova», 25 settembre 2023)


  • «Quella nata dalla penna di Savio è una creatura letteraria del tutto simile a ogni lettore reale, per i sentimenti che vive e prova e per le situazioni nelle quali si trova ad agire. Uno scrivere e narrare che rende il confine tra letteratura e realtà estremamente sottile e labile» (Viviana Filippini, Sololibri.net, 22 settembre 2023)

  • «Non è da tutti essere felicemente diversi» (Valerio Di Donato, Ildiarioonline.it, 25 ottobre 2023)

  • «Uno di quei libri che toccano il cuore di chi ama i libri e la lettura» (Matteo Melis, I gufi narranti.it, 29 gennaio 2024)


  • I libri di Francesco Savio pubblicati da Fernandel: