Valeria Campana, Comprami
Pagine: 256
Isbn: 9788895865690
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: 9 maggio 2012
Leggi come inizia
Isbn: 9788895865690
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: 9 maggio 2012
Leggi come inizia
Radio e Tv
«Grande romanzo d'esordio che a confronto straccia i 12 selezionati del premio Strega di quest'anno» (Giovanni Pacchiano)
La madre le ha insegnato che la bellezza è una dote che non bisogna sprecare, e che anzi deve essere messa a frutto per farsi strada nella vita. Così per ripianare i debiti e continuare a pagare quello che compra, Iris non trova che una soluzione: prendere l’insegnamento della madre alla lettera e valorizzare il dono che la natura le ha fatto.
Ma questa spirale di acquisti, debiti e appuntamenti la trascina verso gli abissi di un mondo ingovernabile. Finché l’incontro con un uomo che sembra sinceramente interessato a lei le fa sperare di poter uscire dai guai e cambiare vita. Un uomo ricco e generoso, ma molto, forse troppo simile a lei.
Valeria Campana
Valeria Campana è nata a Milano nel 1970 ma vive a Roma dal 1985. Partecipa e anima gruppi di lettura sorti attorno al sito aNobii. Comprami è il suo primo romanzo.
Come inizia
Roma, è mattina, ha piovuto. La città non ha ancora finito di schiudersi, di rigirarsi su se stessa come un meccanismo inarrestabile. I palazzi si aprono, si animano, i quartieri si affollano, le strade fremono, ogni parte si muove, e lo fa con fatica e rabbia. Il rumore cresce, la merce viene buttata fuori a luccicare sugli espositori, per mostrarsi, allettare, sbiadirsi, avvizzire. Ogni pezzo dell’ingranaggio vorrebbe andare più veloce, ma non può, perché la città è una cosa unica e si muove tutta insieme. Chi ha un’ambizione o un programma si dovrà piegare alla città, se non la conosce bene. La pioggia ha nascosto i luoghi delle vacanze, dell’incanto, della storia, e ha scoperto la metropoli che romba, scivola, ostacola, sfugge agli sguardi e vive nelle strade degli anni sessanta che portano nomi di antichi tribuni e senatori.In una di queste strade, Iris guida con una mano sola, con l’altra regge una sigaretta spenta e un accendino di strass che è la copia piuttosto fedele di un accendino da ventimila dollari. Iris ignora a quanti euro equivalga questa somma, ma sa che sono tantissimi soldi. Il suo accendino non vale più di sette euro, quanto le è costato nella tabaccheria dietro casa, e ha già perso qualche perlina che lei ha prontamente incollato. Ma solo per il fatto che rievoca un oggetto così esclusivo le piace tenerlo stretto, farlo ruotare di tanto in tanto fra le dita.
Rimanda a più tardi la decisione di fumare, e guida senza pensare alla strada. Conosce perfettamente il tragitto, il traffico, le svolte e le cadenze dei semafori. Di farsi ingabbiare in metropolitana non se ne parla. Puzza. Ed è anonima, buia e deprimente.
È valsa la pena di comprare la macchina, anche se l’unica alla sua portata è stata una Seicento di seconda mano che sulla carrozzeria riverniciata porta ancora l’ombra di estese ammaccature. Sempre meglio che pigiare contro una folla sciatta e trafelata per conquistare un sedile di plastica.
Attraverso il parabrezza appena lavato da uno zingaro, Iris osserva il manifesto incollato sull’autobus davanti a lei: una ragazza gigante è semisdraiata nel nulla, ben salda sui gomiti in uno sfondo color nocciola, e ondeggia con un sorriso dai denti bianchi. Pelle abbronzata, calze trasparenti e scarpe nere con tacco a spillo, scollatura vertiginosa, ginocchia sottili ed esili caviglie, brillanti alle dita, una fossetta sul mento e occhi decisi e vaghi puntati su chi le sta di fronte. La fila lotta nervosamente nelle strade intasate. [...]
Rassegna stampa